mercoledì 14 giugno 2017

Totila - dal quarto canto del "Cortese Memorie di un Sogno" di Giancarlo Petrella

Lo guardavano i padri dalla corte
dei morti Totila quando la lancia
muoveva, prima dello scontro a Gualdo,
per mostrare la propria abilità:
di più bello che v’è di questa gioia?
Gioia nel muovere il cavallo e l’arma
palleggiando, mostrandosi persuaso,
incitando non gli altri ma i suoi padri.
Fu inutilmente, tanto più gloriosa.
E chi ai morti si affida, braccia aperte
avrà come l’oceano che, avvolgendo
sé, non dimentica nessuno. Urlava
per terminare la gloria dei greci,
inutilmente, non vedrà nel giorno
l’elmo lo splendido volto. Più gloria
è data agli sconfitti che pietosi
ai padri s’affidavano, non l’oro,
non l’impero venerando ma i demoni,
che sotterranei reclamano vita.


di Giancarlo Petrella,
tratto da "La Morte del Tempo - Cortese Memorie di un Sogno"
Proprietà letteraria riservata©

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